Descrizione
STORIA
In origine, nelle religioni pagane, il fallo era il simbolo cosmogonico del membro virile in erezione. Ma poteva essere rappresentato anche a riposo.
Ad esso venivano dedicati riti e preghiere, e per secoli è stato oggetto di potere, tabù, mistero.
Il termine fallo deriva dal latino phallus, dal greco φαλλός-phallós, da connettersi alla radice del sanscrito phalati (= germogliare, fruttificare) o alla radice della lingua protoindoeuropea bʰel-phal (= gonfiare, gonfiarsi).
ETIMOLOGIA
Per l’etimologia pene deriva dal latino penis, coda, poi membro virile). Possiede una energia incontrollabile e misteriosa, in grado di procreare.
Secondo l’antico grammatico Festo, penis deriverebbe da pendere, perché pende come una coda. Nell’antichità si ritrovano moltissime tracce dell’adorazione del fallo-pene: gli obelischi in Egitto, i monumenti di Delo, le costruzioni falliche della Persia e della Fenicia.
Per i Babilonesi, il dio Enki aveva creato i due fiumi Tigri e l’Eufrate proprio con la forza del suo pene.
Gli Assiri e i Fenici, adoravano il dio Kmul, divinità dall’enorme membro, potente generatore della vita.
Nella biblica Canaan i re mangiavano il pene del predecessore per assimilarne il potere.
Le antiche popolazioni israelite giuravano ponendo la mano sull’organo, tanto che l’etimo testicoli, dal latino testes, cioè piccoli testimoni, deriva da questa usanza.
Persio, per designare i testicoli, usò proprio un diminutivo di testes (plurale), quasi a significare i due testimoni dell’atto sessuale.