Questo ragazzo vende non male (ho constatato di persona). La sua gioielleria nelle vicinanze di Piazza Amedeo a Napoli ha l’aspetto serio del luogo del prezioso, ma a un secondo sguardo attira proprio l’informalità di materiali meno costosi (argento, ma tanto bronzo). Cosa è prezioso per Luca? Gli austeri diamanti sono incastonati in oro (ma anche in argento) con un effetto straniante di understatement. Sono nascosti nella montatura, devi cercarteli. Evocano una dimensione di ricerca del pregio che va a nascondersi in una sfera intima e più personale. Il ragazzo esprime un bel distacco dal clamoroso show up del gioiello ricco e sfarzoso. Adesso potete e possiamo criticarlo, smontarlo filosoficamente, crocifiggerlo. Indignati sacerdoti del purismo stilistico facciano pure il rito di scomunica. Ma ci sono tre fattori nuovi: a. Luca vende i suoi pezzi in modo soddisfacente; b. Questi lavori non sono più rivoluzionari, ma sdoganati proprio dall’armamentario concettuale che a Vicenza si vuol seminare nel terreno del design innovativo (vedi Bakker); c. Luca si diverte a fare gioielli e ne ricava oltre a sussistenza materiale una certa soddisfazione e un senso di benessere (non si dovrebbe vivere di solo pane).
Qualche tempo fa mi stavo ingegnando per rifinire dei sassi di Ambra , bella, messicana, integra. Volevo riequilibrare la loro sagomatura approssimativa dovuta forse alla pigrizia dei tagliatori messicani. Luca m’ha subito sequestrato un pezzo di Ambra e ne ha ricavato un centrale per collier “concept”.
La lavorazione del metallo (bronzo) segue il pezzo d’ambra così come il pigro messicano ce l’aveva lasciato (per fare la siesta?) e ne esalta la materia proprio per la peculiarietà d’essere ancora poco contaminata. Quel piccolo riflesso azzurrognolo che si scorge in alto significa molto e cioè che il gioiello ha catturato e rispettato la fluorescenza tipica dell’ambra mesoamericana. La sua natura..
Fondazione IL GIGLIO
Fondazione culturale neo borbonica, presente nella realtà napoletana ed attenta a tutte le forme d’arte che esprimono, in un modo o nell’altro, le radici della città partenopea.
La fondazione si occupa di unire molte aziende campane che camminano in una stessa direzione ,valorizzando ogni singolo prodotto realizzato nel sud italia
Il significato originario del latino symbolum era “mettere insieme due parti distinte”.
Nell’antica Grecia, il “simbolo” (σύμβολον) era una “tessera di riconoscimento”, ovvero una tessera di terracotta spezzata a metà, le cui parti perfettamente combacianti e complementari erano custodite da due persone, due famiglie o due città, in segno di alleanza e di accordo, e venivano mostrate al momento opportuno.
Col tempo, il termine simbolo ha assunto anche il significato di “patto” ed infine di segno, insegna, bandiera.
Sono simboli comuni i segni distintivi della Patria, come la bandiera. Simbolo per eccellenza, attorno ad essa si uniscono i popoli, riconoscendola come segno di valori e di storia condivisi.
I simboli, dunque, significano il legame esistente tra due parti, distinte ma indissolubilmente unite, al di là del tempo: Dio e uomini, Re e popolo, marito e moglie, singolo e gruppo di appartenenza. Infine, passato e presente.
Per questo motivo essi vanno mostrati: per rendere evidente a tutti l’esistenza di quel legame speciale, che è parte essenziale di noi stessi.
Un simbolo mostra la nostra identità e ci fa riconoscere.
Per questo la Fondazione Il Giglio ha scelto come proprio simbolo il giglio borbonico, al centro di uno scudo.
Premio Eduardo Nicolardi
Eduardo Nicolardi Realizzazione di un gioiello in bronzo con sopra incisa la canzone “Voce e notteâ€, consegnato ad artisti partecipanti all’evento .
Premio Spettacolo Eduardo Nicolardi.
L’evento, aperto con audio video di canzoni scritte da Eduardo Nicolardi e cantate da vari artisti, è stato condotto brillantemente da Ciro Lucioli e Laura Misticone.
I conferimenti dei premi, come nelle prevedenti edizioni, sono stati consegnati da Clara Nicolardi nipote di Eduardo Nicolardi.
La consegna dei premi è stata intervallata da siparietti musicali a cui hanno partecipato diversi artisti e maestri e tra questi il grande Mario Maglione che ha ricevuto anche lui il premio.
Sono stati premiati inoltre : Gianfranco Caliendo, prof. Giuseppe Chiarello, I Cimarosa, dott. Giuseppe Covetti, Francesco D’Onofrio, Alessandra Esposito, Antonino Laudicina, dott. Enrico Surrentini, Rosaria Avolio, Ludovica Chianese, Gianni Conte, Giovanni De Cesare, Trudy Fiorentino, Francesco Cuomo, Gilda Mendes, Tizianna, Salvatore Misticone e Barbara Buonaiuto. Agli assenti per altri impegni, si provvederà in seguito a consegnare il Premio.
L’incontro si è chiuso sulle note di Tammurriata nera e Luna rossa cantate da vari artisti accompagnati alla tastiera dal maestro Pippo Noviello e riprese anche dal pubblico.
Il pubblico ha applaudito all’unisono.